Vivo e già mi muovo
nel vorticoso intreccio
della temporalità
e percorro le mie vie.
Viandante e testimone
d’una fallibilità che disvela
la temperie dell’epoca azzardata.
Vago sopra la corrente
tra verità di schegge
e criteri di dominio.
Non c’è progresso
nella caliginosa notte.
Non scorgo cura alla
fragilità del provvisorio.
Ho visto trionfare l’apparenza,
spazi oscuri e sottrazioni sconvenienti.
Ho visto gioghi estremi senza tregua ne ristoro,
grama identità e disperazione convergente.
Può il pensiero indagare l’esistenza?
Posso superare la mia parzialità?
Le domande non offrono
risposte all’accadere.
Mi serve tempo per scavare,
orizzonti da scoprire e
parole da inventare.
Mi serve una misura,
una fuga transitoria
dall’effimero reale.
V.
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